Campionato Mondiale di Formula 1 2014

gran brutta botta per Bianchi.. :cry: :cry: :cry: :cry:
credo però che anche senza la gru, le conseguenze dell'incidente sarebbero terribili lo stesso.. l'angolo di impatto con le barriere è praticamente perpendicolare
 
Una domenica nera senza dubbio, anche se le polemiche mi sembrano un po' montate a forza. Credo che Jules sia stato incredibilmente sfortunato ad uscire di pista proprio nel momento in cui stava transitando la gru: sarebbero stati sufficienti pochi secondi o pochi metri per evitare un incidente onestamente terrificante: peraltro sembra già un miracolo che sia riuscito a sopravvivere. Certo, inutile nascondere anche le colpe(?) dei commissari: forse l'auto di Sutil si sarebbe potuta spingere anziché far intervenire la gru in pista, ma in quante altre decine di casi abbiamo visto situazioni simili senza nessun tipo di problematica?

Mi ricordo anche di un altro incidente sempre a Suzuka e sempre sotto il bagnato: mi pare si trattasse di Hakkinen che con la McLaren aveva investito, uscendo di pista, un commissario che stava recuperando i detriti di un precedente incidente. Che dire, speriamo che Bianchi si riprenda. Mi piace inoltre ricordare Andrea De Cesaris che ho avuto il piacere di seguire solo negli ultimi anni della sua carriera (con la BMS, la Jordan e la Tyrrell): un vero pilota d'altri tempi mai adeguatamente celebrato. Mi ricorda in questo senso Heinz-Harald Frentzen.
 
End of a season

Ebbene si è conclusa ieri questa catastrofica stagione di F1, salvata solamente dalla bravura dei due piloti Mercedes che sono arrivati all'ultimo appuntamento ancora in lotta per il mondiale. Solo apparentemente quindi un campionato più equilibrato: in realtà ancor più deprimente di quello scorso, quando Vettel aveva replicato una serie di record di schumacheriana memoria, lasciando almeno qualche gioia anche agli altri (due vittorie Ferrari, tre Mercedes e una Lotus). Un mondiale più perso da Rosberg che vinto (comunque meritatamente) da Hamilton, secondo il mio punto di vista: considerando il buon vantaggio in classfica (ottenuto in maniera più o meno "lecita") dopo Spa-Francorchamps, Nico ha subito un brusco declino sino alla gara di Interlagos, quando la vittoria è arrivata ormai troppo tardi.

Hamilton così torna a vincere dopo ben 6 anni: un cammino fatto di sofferenze (sportive, ca va sans dire) che lo ha visto maturare anche come uomo, in grado di mantenere la saldezza di nervi e di gettare il cuore oltre l'ostacolo anche quando tutto sembrava gli si stesse girando contro. Ecco spiegata la commozione sul podio di un pilota già abituato ai successi. La Mercedes ha letteralmente dominato questa stagione, ottenendo per ben 11 volte l'en-plein, un risultato che si commenta da solo così come il totale di vittorie (16 su 19) e di pole position (tutte a parte quella austriaca di Felipe Massa). Eppure sembrava che con le copernicane modifice regolamentari l'esito finale potesse essere più incerto. Tuttavia il 2014 è stato l'anno dei turbo/elettrici e quelli della casa di Stoccarda sono stati di gran lunga i migliori: un incredibile smacco per la Ferrari, la cui fama in materia non conosce orizzonti, e Renault, che riempe le proprie bacheche con continuità dall'inizio degli anni 90. E' stato anche l'anno degli obbrobri stilistici, con musetti al limite della decenza (o anche ben oltre)

Fuori dai confini delle frecce d'argento ci sono ben pochi motivi di gioire. Ce li ha la Williams, abile nello sfruttare il propulsore della stella per salire sino alla terza posizione in classifica. Con una coppia di piloti che ha trovato nel corso della stagione una buona amalgama (merito soprattutto del maturatissimo Bottas) la squadra anglosassone si può anche fregiare del simbolico titolo di miglior livrea del 2014. Resta solo l'amaro in bocca per quello scellerato pit-stop commissionato a Massa ieri a pochi giri dal termine, quando guidava con ben 11 secondi di vantaggio su un ormai appagato Lewis Hamilton. Un'altra genialata di Rob Smedley?

Tra chi può rallegrarsi della stagione appena trascorsa c'è anche Daniel Ricciardo, su cui era davvero improbabile puntare qualcosa all'inizio dell'anno. Il simpatico spilungone australiano invece ha dimostrato ben presto la propria pasta (cosa che non gli era capitata così frequentemente con la Toro Rosso) ottenendo la bellezza di tre vittorie, le uniche che sono sfuggite alle imbattibili Mercedes. Ricciardo ha affrontato con il sorriso ma anche con un'inaspettata determinazione la dura sfida con il pluridecorato compagno di squadra uscendone da vincitore indiscusso. Nel finale di stagione, dopo aver accarezzato improbabili sogni di gloria, si è un po' lasciato andare, ma resta comunque uno dei piloti più meritevoli dell'anno.

Passando alle note dolenti la prima e più clamorosa riguarda Sebastian Vettel. Il quattro-volte-quattro campione del mondo, alla prima esperienza con un compagno di squadra "serio" (dimenticandosi di quel bollito di Webber), ha dovuto alzare sin da subito bandiera bianca. Le tre vittorie della Red Bull, esageratamente penalizzata dallo squallido motore transalpino, non sono arrivate da lui che avrebbe dovuto tentare di difendere il numero che portava sul musetto. Solamente in altri due casi negli ultimi 25 anni (almeno) è capitato che il campione in carica venisse battuto dal proprio compagno di squadra: nel 2008 Massa su Raikkonen, e nel 2010 Hamilton su Button, e in ogni caso con distacchi meno marcati. Non possiamo poi dimenticare anche i tanti sorpassi subiti dallo spietato compagno di squadra e che hanno profondamente sfregiato il tedesco che si è permesso addirittura di sbeffeggiare quella monoposto che sino a qualche mese fa gli permetteva di fare il vuoto dietro ai propri scarichi: un atteggiamento non esattamente signorile. Per lui l'avventura in rosso non parte certo con i migliori auspici.

Pessima la stagione delle McLaren, iniziata con due ritorni: quello di Ron Dennis alla plancia di comando e quello (a partire dal 2015) dei motori Honda, che chiudono uno storico sodalizio con il partner Mercedes (tre i titoli conquistati dal 1995) per riaprirne uno che negli anni Ottanta ha fatto la storia. In questo tourbillon di cambiamenti si sono dovuti confrontare lo splendido Jenson Button che con le sue geniali strategie è riuscito ad issarsi sino ad un'insperata 8 piazza (the best of the rest), ottenendo più del doppio dei punti del figlio d'arte Kevin Magnussen. Il giovane debuttante non ha convinto per una condotta sportiva troppo spesso ai limiti dell'irregolarità: insomma l'operazione Hamilton 2 non sembra affatto riuscita, anche se a Woking paiono intenzionati a prepensionare il campione del mondo 2009, che saluteremmo davvero con malinconia. Forse non più un fuoriclasse (o forse non lo è mai stato), ma di certo un cavallo di razza in grado di portare ancora tanti punti alla causa della McLaren. Speriamo sinceramente che la sorte gli sia favorevole.

Catastrofica anche la stagione delle Lotus: se qualcuno si fosse accorto della loro presenza sullo schieramento è pregato di farmelo sapere. Un'involuzione ben più incredibile di quella della Red Bull per la scuderia che era riuscita a vincere il primo GP del 2013. Certo per tirare fuori qualcosa, qualsiasi cosa da quella macchina, non erano certamente sufficienti due mestieranti come Pastor Maldonado, persino prosciugato della vena combattiva che lo ha reso celebre, e Romain Grosjean, le cui presunte qualità sono evaporate assieme ai motori Renault. Ben più positiva l'annata dell'altro francese, Jean-Eric Vergne che, nonostante diversi tocchi di gran classe, scandalosamente è stato scartato come sostituto di Vettel alla Red Bull. Al suo posto il giovanissimo Kvyat, sicuramente dotato ma non ancora maturo quanto il bravo transalpino che non ha caso ha ottenuto ben quattro volte i punti del rampante compagno di squadra. Un sedile gli sarebbe quantomeno dovuto per il 2015. Altalenante e privo di guizzi il campionato delle Force India, dalla cui line-up (probabilmente la migliore sullo schieramento, assieme a quella Mercedes), dopo un inizio scoppiettante con Hulkenberg, si è persa nel mezzo della classifica, non sfruttanto a dovere le potenzialità del propulsore tedesco.

Ennesimo anno nero per Sauber, Caterham e Marussia. La squadra elvetica ha concluso la PEGGIOR stagione della sua gloriosa storia senza nemmeno un punto ed una lista interminabile di ritiri. Certo i due piloti non hanno aiutato: da un lato il pensionato Sutil, che non si capisce per quale motivo sia ancora in giro per il circus, ha dimostrato di aver finito da tempo la birra che lo spingeva ai tempi della Midland/Spyker; dall'altro il povero Gutierrez ha ottenuto il proprio miglior piazzamento (12mo) alla prima gara e questo la dice lunga sulle qualità della Sauber 2014. La Caterham ha fatto ruotare 4 piloti, cambiato team manager e presidente, saltato due Gran Premi e raccolto i fondi tramite un'operazione di crowfounding per finire la stagione, ma tutto questo non le ha impedito di chiudere all'ultimo posto la stagione e forse una fallimentare avventura nella massima competizione automobilistica. Una squadra senza capo né coda e soprattutto senza speranze. Capito a parte per la Marussia: il team russo, praticamente fallito, si è classificato nono grazie alla splendida gara monegasca del povero Jules Bianchi. Tutta la stagione di F1 non può prescindere da quello che è capitato allo sfortunatissimo talento transalpino in Giappone. Mi piace ricordarlo con quel sorriso per quella che in effetti equivale ad una vittoria, e mi auguro di cuore che possa riprendersi dal terribile schianto di cui è stato vittima in Giappone.

Capitolo conclusivo per la Ferrari, probabilmente la peggior squadra sullo schieramento. Un anno che senza mezzi termini si può definire fallimentare, addirittura senza vittorie, come il trienno 91-93, in cui l'unico a potersi dire privo di colpe è lo straordinario Fernando Alonso. Che fosse un asso del volante era cosa risaputa, ma ne ho apprezzato anche la professionalità nel concludere l'anno senza risparmiarsi e la signorilità con cui ha accolto lO scellarato scambio con Vettel. In cinque anni trascorsi col cavallino rampante lo spagnolo ha dato ben più di quanto abbia ricevuto. Anche quest'anno ha saputo deliziarci con dei sorpassi splendidi ed intelligenti, ed ha portato la Ferrari incredibilmente al sesto posto, a soli sei punti da Vettel che al confronto guidava un missile terra aria. La classifica "non drogata" dalle sorprendenti qualità di Fernando è da leggersi nel catastrofico 12mo posto di Raikkonen, un fantasma rispetto allo scorso anno e soprattutto un pilota demotivato, senza stimoli: l'esatto opposto di quello che sarebbe servito alla scuderia di Maranello che anche nella (ri)scelta del finlandese ha commesso un grossolano errore. Ma la vera Caporetto è stata la sfida dei motori, quella che chiunque pensava potesse essere alla portata della più prestigiosa azienda automobilistica. Proprio sul terreno che avrebbe dovuto esserle congeniale la Ferrari è stata umiliata dalla Mercedes e anche dalla Red Bull-Renault. I vertici sono stati decapitati più volte: prima Domenicali (ci hanno messo 7 anni), poi Montezemolo ed ora addirittura l'incredulo Mattiacci, la cui unica colpa è stata quella di trovarsi nel posto sbagliato nel momento più sbagliato.

Non nascondo l'amarezza per la scelta di lasciar partire Alonso e ancor di più i dubbi su Sebastian Vettel che, come detto in passato, ha dimostrato quest'anno di non essere quel campione imbattibile che la Super-Red Bull aveva fatto credere ai più. La partita ora si sposta sul piano regolamentare, con la richiesta di sbloccare lo sviluppo dei motori che dovrà sicuramente essere avvallata dalla Federazione per evitare stagioni monotematiche e che dovrà trovare immediatamente pronta la Ferrari. Non credo che manchino le competenze, bisogna solo indirizzarle nella maniera corretta e forse il nuovo team manager potrebbe disporre della messa a fuoco necessaria se è vero che già si vocifera di un ritorno di Mr Ross Brawn alla plancia di comando del Cavallino Rampante. Nella speranza di un campionato equilibrato e di una Ferrari nuovamente ai vertici. Ma anche di un Fernando ancora campione del mondo: nessuno più di lui meriterebbe questa gioia dopo anni di delusioni agonistiche.
 
Complimenti x l' ottimo articolo, simpatico ed esaustivo e di cui condivido praticamente tutto . Solo una piccola aggiunta : un applauso in più a hamilton x la splendida gnocca sua fidanzata
 
buona sintesi della stagione appena trascorsa.

Io credo che per la Ferrari saranno anni bui, al pari di quelle del 91-93. Chi comanda ora al cavallino non frega nulla di sport, ma solo di giochetti finanziari.
Hanno cacciato Alonso perchè era scomodo, non era uno yessman. Vedremo.

Certo che se non sbloccano lo sviluppo dei motori, ci sarà un dominio mercedes per tanti anni, tanto vale fare un monomarca.
 
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